Credere nel progetto - Believing in the project [MULTILANGUAGE]

frafiomatale -


L'attuale allenatore della Juventus, Thiago Motta. Pietro Luca Cassarino, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

LA DIFFERENZA TRA IL SUCCESSO E IL FALLIMENTO

Poco fa ho guardato un video di uno degli youtuber che seguo più assiduamente, al fine di informarmi sulle novità nel campo della tecnologia. Il "ragazzo" non è un mostro di simpatia, almeno per quelli che sono i miei gusti, ma nel suo campo ci sa fare ed è per questo che ha, nel tempo, racimolato centinaia di migliaia di iscritti ai vari canali social.

Rispondendo ad alcune domande, ha raccontato che la stabilità economica non è piovuta dal cielo e di come, prima di poter tirare il fiato, abbia dovuto affrontare un paio d'anni piuttosto duri: nel primo, dopo l'apertura della partita Iva, non ha praticamente guadagnato nulla, mentre nel secondo è riuscito a ritagliarsi solo una sorta di piccolo stipendio da 800 euro al mese.

Eppure, almeno al momento, può tranquillamente dire di avercela fatta. I canali social e tutti gli affari collegati gli portano guadagni prossimi alla tripla cifra, tanto che può permettersi non solo di vivere a Milano, una delle città più care d'Europa, ma anche di possedere uno studio di registrazione, di compiere regolari viaggi di piacere e più in generale di non guardare il prezzo delle cose, quando ha la necessità di comprarle.


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La differenza più grande tra la sua storia e quella di altre migliaia di persone che ci hanno provato, senza riuscire a sfondare, è stata probabilmente la perseveranza. Credere nella bontà del proprio progetto, anche di fronte a periodi grigi, senza cedere alla tentazione di mollare tutto, segna molto spesso il confine tra il successo e l'insuccesso.

Certo non tutte le ciambelle riescono con il proverbiale buco ed è probabile che determinate idee siano destinate comunque a fallire, nonostante tutti gli sforzi e la buona volontà messa in atto per farle fruttare a pieno, ma credere nel proprio progetto, anche di fronte alle difficoltà iniziali, può fare tutta la differenza del mondo.

Piccolo spoiler prima di continuare: la parte calcistica inizia tra poco. Chiunque fosse annoiato dall'argomento può tranquillamente saltare le prossime righe e lasciare un opinione su quanto detto fino a qui, sarà comunque un piacere rispondere.


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Per gli altri, come avrete capito dalla miniatura iniziale, si sta parlando di Thiago Motta e del suo difficile avvio di stagione alla Juventus. La squadra bianconera è già piuttosto staccata dalle posizioni di vertice e continuando a rimandare l'appuntamento con la vittoria presto potrebbe perdere anche il treno che porta alla qualificazione alla prossima Champions League.

Ebbene, da tifoso, ma soprattutto da innamorato del calcio, permettetemi di dire un gigantesco "chi se ne frega!" Alzi la mano chi davvero poteva pensare che con la rosa più giovane della Serie A e dopo aver raccolto i cocci psicologici di tre anni deprimenti targati Allegri, la Signora potesse davvero lottare per lo scudetto già da questa stagione.

Davvero si poteva chiedere a Thiago Motta, al primo anno sulla panchina di una grande squadra, di lottare per vincere il tricolore contro rose e tecnici decisamente più attrezzati? Davvero ci stupiremo quando la Juventus verrà eliminata dalla Champions League, probabilmente ai play-off o al massimo agli ottavi di finale?


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Quello a cui si deve puntare è una ricostruzione, un piano che porti nel medio periodo la squadra a far crescere i giovani in tecnica ed esperienza, sviluppando i prospetti interni più interessanti, in modo da presentarsi pronti, tra due, tre o forse anche quattro stagioni, a competere con le rivali più forti in Italia e in Europa.

Intendiamoci, non è detto che succeda, ma se si affrontano le attuali difficoltà con questa visione di prospettiva, scandalizzarsi per la settima posizione in campionato e per i troppi pareggi con le piccole non ha nessun senso. E a mio modesto parere, Thiago Motta, da quando è arrivato, sta facendo un lavoro eccellente.

La squadra deve costruire una mentalità vincente, imparare un modo di giocare nuovo che potrebbe richiedere mesi per essere perfezionato, ma già oggi si possono intravedere segnali che il percorso intrapreso è quello giusto. A patto ovviamente di crederci fino in fondo, comunque vadano le cose quest'anno.


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La più bella realtà italiana attualmente coincide con il nome dell'Atalanta, formazione capace di trionfare la passata stagione anche in Europa. Ebbene, la squadra bergamasca, per diventare ciò che è ora, è dovuta passare anche da stagioni chiuse al settimo o all'ottavo posto, ma ha sempre creduto nell'idea di calcio del suo condottiero, Gian Piero Gasperini.

Oggi la Dea, nonostante il budget limitato e i ricambi nella rosa, è una macchina collaudata e giunta quasi alla perfezione, inteso come sfruttamento massimo (e forse pure oltre) delle capacità della rosa.

Madama invece è un po' come quell'Atalanta di nove anni fa, all'inizio dell'era Gasperini: a lei la scelta tra il provare a disfare tutto, per ricominciare un'altra volta da zero, o credere fermamente nel progetto, per aspirare a diventare un giorno come l'Atalanta di oggi.

Giù le mani da Thiago, che almeno oggi, contro qualunque avversario, si scende sempre in campo per vincere.

Statemi bene, alla prossima!

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